La storia Balenciaga
La storia di Balenciaga
Balenciaga è una della case di moda del lusso più importanti al mondo. I suoi capi prêt-a-porter sono i più apprezzati ed indossati dalle grandi star di sempre, fino alle celebrity dei nostri tempi. Non solo l’abbigliamento sia maschile che femminile ma anche gli accessori come le borse Balenciaga, sono l’oggetto di desiderio della maggior parte delle persone. Tutti sono al corrente della pregiata qualità e del fantastico design degli articoli Balenciaga ma non tutti conoscono la sua storia sin dagli inizi. Proviamo pertanto a raccontarvela.
La storia di Cristobal Balenciaga
Il brand fu fondato in Spagna nel 1917, anche se attualmente appartiene alla multinazionale francese Kering, il suo fondatore era Cristobal Balenciaga. La sua prima boutique fu fondata a Sebastian e con il tempo si espanse fino a Madrid e Barcellona, tanto da arrivare a vestire la famiglia reale spagnola. Dopo la guerra civile spagnola, Cristobal fu costretto a chiudere le sue attività ed a quel punto si trasferì a Parigi, dove per molti fu un vero e proprio mito. La sua prima sfilata vide capi fortemente influenzati dall’epoca del Rinascimento spagnolo, come dimostra l’abito “Infanta” in satin avorio con decorazioni in velluto ispirato ai dipinti di Velasquez o come il bolero in velluto, uguale a quello utilizzato dai toreri spagnoli (indossato in foto da Marquesa Llanzol).
Inutile dire che il suo successo fu quasi immediato, non solo in Spagna, ben presto infatti conquistò i parigini con il suo “cappotto quadrato” dalle maniche tagliate in un unico pezzo con il giogo e decisamente per i suoi disegni che includevano pizzo nero su di un tessuto rosa brillante.
Cristobal Balenciaga riuscì a guardare oltre la sua epoca, realizzando capi all’avanguardia, come i cappottini in twill di lana a quadretti della linea a uovo, gli abiti da cocktail in pizzo chantilly ed organza; il famoso “abito a sacco” una tunica in velluto nero e senza vita; i capi iconici come il tailleur semi aderente in tweed con il collo scostato e chiuso da quattro bottoni ma la cosa a cui poneva la sua attenzione era il collo che doveva essere rigorosamente scostato. Il ’51 fu anche l’anno ispirato agli abiti da Flamenco in velluto nero con corolle di ruches in taffetà rosa sul fondo ambio.
Le linee fluide, il design unico, i contrasti di tessuti e la sua originale inventiva hanno dato vita a pezzi che riuscivano a modificare la silhouette e renderla sinuosa. La sua visione artistica ha fatto da scuola a coloro i quali hanno avuto l’onore di lavorare per Balenciaga, avendo in questo modo spalancate le porte del successo. L’esperienza acquisita infatti ha formato apprendisti come Oscar de la Renta, Andre Courreges, Emanuel Ungaro e persino Hubert de Givenchy. Da quì l’appellativo che gli altri colleghi attribuivano a Cristobal, quello di “maestro”.
Cristobal era un perfezionista, tanto da essersi aggiudicato l’appellativo di “La Catastrophe”, perchè capace di infuoriarsi in pochi minuti se il vestito non era venuto come sperava. Nel 1967 realizzò dei pezzi di grande valore, tra cui quello in foto, dal nome “Le Chou Noir” un abito scultoreo che evidenziava una cappa in gazar di seta con un enorme rouche sul volto che poteva essere indossata sia sulle spalle che come cappuccio. Balenciaga vestiva solo la gente che contava, è il caso di personaggi come la Countess von Bismarck, influencer dell’epoca, Wallis Simpson, Grace Kelly, Jackie Kennedy, Helena Rubinstein e Greta Garbo.