Alexander McQueen:
delirio in passerella
e sfilate iconiche

Lee Alexander McQueen è stato uno dei personaggi più ribelli del mondo della moda. Da sempre definito come l’enfant terrible ha reso indimenticabili le sue sfilate che sono diventate veri e propri show in una commistione continua tra arte ed alta moda, sfidando ogni convenzione e tutte le regole del fashion. È sempre stato un personaggio sui generis, tanto da aggiudicarsi l’appellativo di “hooligan dell’alta moda”, McQueen ha reso indimenticabili le sue sfilate, che a tutti gli effetti erano sfide contro l’immaginazione, erano provocazione e necessità di spingersi sempre oltre, facendo apparire labile il confine con l’impossibile. Il suo stile non era mai banale o scontato e non era sicuramente adatto a chi voleva vestirsi in modo semplice. Attraverso i suoi show ha fatto in modo da rendere indimenticabili le sfilate più iconiche.

Alexander McQueen era talentuoso quanto tormentato, ha reso reali i suoi peggiori incubi, da alcune sue creazioni infatti emergeva il suo profondo malessere che poi l’ha portato a togliersi la vita all’età di appena 40 anni. L’alta moda con lui ha iniziato a tingersi di nero, ad essere irriverente, trasgressiva e a mettere in mostra tutta la sua opulenza, oltre la grande passione per l’arte.

Alexander McQueen: delirio in passerella e sfilate iconiche

La collezione Fall/Winter 1996 prendeva il nome di “Dante” ed era incentrata su pizzi e asimmetrie. Pezzo forte della sfilata i bumster trousers, dei pantaloni con spacchi e aperture che lasciavano scoperti i fondoschiena delle modelle, facendo arrossire i presenti.

Tra i numerosi show allestiti si ricordano anche quelli della London Fashion Week, come la collezione primavera/estate 1996, quando la passerella venne sommersa d’acqua.

Mentre nel 1997 le modelle sfilavano sotto la pioggia con abiti in lattice attillato e tessuti trasparenti per esaltare la nudità ed il sex appeal femminile e maschile.

Nel 1999 la modella Shalom Harlow si è trasformata in una tela umana, per la collezione di McQueen realizzata per Givenchy. Fu un momento artistico che segnò il mondo della moda e che lasciò gli spettatori a bocca aperta. La modella era in piedi con un vestito bianco senza spalline su di una piattaforma rotante ed è stata puntata da robot che schizzavano colore in tempo reale. Il disegno sarebbe stato unico, un momento in cui l’arte e la moda avevano dato vita ad una creazione senza precedenti.

La collezione per l’autunno/inverno 2003 ha messo in scena capi avveniristici. Lo show era un viaggio nomade in una tundra, con abiti che sembravano quasi una seconda pelle e lunghi veli dai pattern futuristici. Ha visto le modelle sfilare in dei tunnel trasparenti che avanzavano nonostante le forti raffiche di vento che facevano svolazzare quei lunghi strascichi (alcuni anche di 20 metri) e tessuti di chiffon.

Altra sfilata indimenticabile era quella in cui la passerella era diventata una scacchiera. Era la sfilata per la collezione spring/summer 2005 che metteva in mostra uno stile romantico e femminile. Dopo aver preso ognuna il proprio posto, le modelle hanno iniziato a sfilare l’una contro l’altra, dando vita al gioco degli scacchi.

Una delle sfilate più celebri è quella della collezione primavera/estate 2010, dove appaiono per la prima volta le mai viste prima “armadillo”. Il tema era portare in scena un look da alieno e McQueen ha realizzato un capolavoro tra squame da rettile, corazze e fantasie come le ali di farfalla. Le scarpe erano ispirate alla corazza di un armadillo, erano ricurve ed ergonomicamente straordinarie, non a caso Lady Gaga stravedeva per quelle scarpe, che poi ha utilizzato più volte nei suoi video musicali.

Nel corso degli anni, prima della sua scomparsa, altri dettagli hanno fatto la storia delle sfilate Alexander McQueen e vanno dagli abiti, alle acconciature fino al trucco e tutti gli accessori che riuscivano a mettere in mostra tutta la sua arte.