La storia di Versace: colosso mondiale della moda italiana
La storia di Versace
È un colosso della moda mondiale, le sue creazioni hanno fatto la storia, lanciato tendenze e sono divenute nel tempo simbolo dell’alta moda italiana. Nessuno dimenticherà mai le passerelle per le nuove collezioni presentate da Versace, cavalcate da modelle dal calibro di Naomi Campbell o ancora lo stile di Donatella Versace, la donna che da sola ha saputo prendere in mano le redini dell’intera atelier.

La storia di Versace
La storia Versace inizia negli anni Cinquanta, quando il piccolo Gianni Versace passava i suoi pomeriggi all’interno del laboratorio “la miglior sarta di Reggio Calabria”, sua madre. Proprio grazie al tempo trascorso con sua madre in laboratorio che Gianni iniziò a comprendere quali fossero i desideri delle donne e come dargli forma attraverso scollature, pizzi e forme che esaltassero la silhouette. A 25 anni Gianni si spostò a Milano dove iniziò a lavorare come direttore creativo per diverse maison, facendo gavetta ed esperienza, fin quando nel 1978 fondò la sua omonima linea Gianni Versace. La sua prima sfilata da donna esplorò tutti gli aspetti della pelle, solo un anno dopo iniziò a sfilare anche la collezione maschile, rivoluzionando la moda da uomo. Nonostante il suo grande successo, Gianni preferì definirsi sempre un sarto.
Il suo stile fu sicuramente eclettico, sensuale con suggestioni gotiche ed una commistione di arte, cultura, dando vita ad abiti con lacci, fibbie, spille da balia ed elementi dai richiami al bondage. Con la sua linea, sempre sensuale e glamour, Versace, puntò al massimo sin da subito, aprendo uno store a Milano e a New York e servendosi dei fotografi migliori al mondo come Richard Avedon e Helmut Newton. Di lì in poi ci fu un’ascesa costante anche grazie al mito delle top-model, create dallo stesso Gianni, che diventarono vere e proprie icone delle moda Versace. A sfilare per Versace Stephanie Seymour, poi Naomi Campbell, Cindy Crawford, Claudia Schiffer e Elle MacPherson.

La sua moda si fa portavoce di bellezza, lusso e glamour ed insieme al suo unico competitor Giorgio Armani, il brand diventa emblema dell’indiscussa qualità che oggi ritroviamo nei capi prodotti in Italia. L’arte del sapersi vestire diventa un affare tutto italiano e diventa oggetto di desiderio in tutto il mondo. L’iconico logo della Medusa inizia a comparire su oggetti, accessori, profumi e capi sia prêt à porter sia haute couture. Tra le sue creazioni più famose l’oroton, una maglia con incastri in tessuto metallico oppure il tessuto “Africa” in cui il nylon unendosi alla viscosa provocava un effetto trasparente, ed ancora le stampe riprese da quadri di Klimt e Vasarely, i tailleur coloratissimi, le gonne vertiginosamente corte, per non parlare dei tacchi a spillo, le borchie dorate, le cinture in seta.

Dopo l’assassinio di Gianni Versace, trovato morto su un marciapiede per mano di un serial killer a Miami nel 1997, toccò alla sorella Donatella essere a capo dell’atelier. Nei primi anni di incertezza molti avrebbero dubitato di Donatella e lei stessa non pensava di riuscir a reggere il peso del genio del fratello, ma lei riuscì a ribaltare le sorti del brand, dandogli una nuova identità più rock. Le idee creative di Donatella hanno spinto il brand ancora più lontano, facendo divenire ogni abito prodotto dalla maison il capo più desiderato dalle donne di tutto il mondo.
