Moncler: dove nasce e dove produce
Moncler dove produce
Il marchio di abbigliamento Moncler è noto in tutto il mondo come brand di abbigliamento di lusso. Inizialmente produceva attrezzature di montagna di tutti i tipi, solo a partire dal 2003 iniziò a dedicarsi alla produzione di giacche sportswear in piuma d’oca, tra cui il suo grande classico: il piumino. Moncler fu il primo brand a realizzare un capo che non fosse solo adatto alle basse temperature, performante, antivento ed antipioggia ma anche adatto alla città. Segnò un grande passo nel mondo della moda, perchè il comodo e caldo giubbino da montagna, diventò un capo di lusso urban e glamour.
Dove nasce Moncler
Questo marchio nasce in Francia nel 1954 e precisamente a Monestier De Clermont, una cittadina di montagna la cui abbreviazione è il nome stesso del brand. Fu fondato da René Ramillon e Andrè Vincent vicino Grenoble e fu poi rilevato nel 1992 dal milanese Remo Ruffini, presidente ed amministratore delegato della casa di abbigliamento, colui che ha reso il marchio italiano. Lo scopo di Ruffini era quello di lanciare questo brand francoitaliano e renderlo internazionale.
Dove produce Moncler
La produzione dei piumini e capispalla Moncler cresce nelle mani di Ruffini, che riesce ad aumentare notevolmente il fatturato fino a quotarsi in Borsa. Successivamente però decide di delocalizzarsi spostando la produzione, dapprima italiana, in Moldavia, in Romania. In particolar modo la scelta di Moncler e chi lavora per esso, è stato optare per la Transnistria, un paese della Moldavia, dove i prezzi di produzione sono ancora più bassi. Successivamente all’inchiesta Report è emerso che i metodi di lavorazione ed il trattamento delle materie (tra cui le piume d’oca) che venivano ricavate seguendo normative differenti da quelle in vigore in Italia ed in tutta Europa, erano decisamente irrispettose verso le risorse umane ed anche per via delle atroci pene inflitte agli animali.
La fabbricazione è attualmente delocalizzata in Romania, nel 2015 Moncler comprò un opificio a Bacǎu, per poi chiuderlo al fine di accorpare le attività in un’unica struttura per riuscire a potenziare la capacità produttiva direttamente in un Paese definito come “l’eccellenza della piuma” e nello stesso tempo abbattendo i costi che avrebbe avuto in Italia. La legislazione rumena consente di avere basse spese di personale, essendo considerato come il paese dalla retribuzione più basse d’Europa e allo stesso tempo di vendere un piumino in uno dei tanti store sparsi per il mondo a non meno di 1.000 euro a capo.