Perché è morto 
Karl Lagerfeld

Oggi è un tragico giorno che segna un profondo lutto nel mondo della moda. Karl Lagerfeld è morto oggi, il 19 febbraio 2019 in mattinata, a Parigi. Era ricoverato da ieri presso l’Ospedale americano di Neuilly-sur-Seine, il suo stato di salute preoccupava da diverse settimane, difatti per la prima volta nella sua carriera, il grande stilista, ormai “stanco”, non era apparso all’ultima sfilata primavera-estate 2019 del 22 gennaio. A darne notizia del decesso il magazine francese “Closer” che ha annunciato la sua morte a poche ore dall’inizio del calendario della Milano Fashion Week.

Karl Lagerfeld aveva 85 anni, il suo soprannome era Kaiser, dal tedesco imperatore. Indossava come al solito la sua divisa imperiale, dalla quale non poteva fare a meno, così come i suoi grandi occhiali da sole e i guanti neri (scopri perché Karl Lagerfeld porta sempre i guanti), la coda di cavallo che raccoglieva i suoi candidi capelli ed altri imperdibili accessori come gli anelli ed il ventaglio. Con il suo stile impeccabile ed il suo gusto unico che l’ha portato ad essere il direttore artistico di Chanel e della sua personale linea d’abbigliamento, Karl Lagerfeld era molto di più di un esempio di stile.

Karl Lagerfeld era nato ad Amburgo il 10 settembre del 1933, lavorò nel 1965 presso Chloè, successivamente è stato uno dei primi direttori creativi del marchio Fendi e negli anni ’80 diventa icona e kaiser della moda, nel 1982 viene chiamato da Alain Wertheimer, presidente di Chanel per occuparsi dell’Haute Couture e successivamente anche della linea prêt-à-porter e degli accessori, fino a diventare la mente creativa di tutto il mondo della maison di Coco Chanel, fino ad arrivare nel 1987 ad occuparsi persino della comunicazione del marchio. Infine lo stilista tedesco si è dedicato nel lancio della propria linea d’abbigliamento che prende il suo stesso nome.

Aveva le competenze ed una visione intraprendente che gli ha permesso di trasformare in griffe di successo tutto ciò che toccava: collezioni, progetti, edizioni limitate, ed il tutto senza disdegnare alcuna proposta, ha condiviso le sue idee geniali con marchi sia di lusso come Rolex, Hogan, Diesel, che anche per H&M e Melissa. La sua arte sconfinata lo portò a cimentarsi anche nel mondo teatrale e dell’opera, disegnando i costumi di scena per alcuni spettacoli al Teatro la Scala.